Etica del desiderio
Al soggetto, in quanto “effetto del linguaggio” è interdetto il rapporto diretto con il godimento per effetto proprio del linguaggio. Il Godimento emerge nell’interdetto, fra le parole, fra il dire e il tacere. Anche per Lacan, come per Freud, il godimento è da inscrivere nella dinamica, psicologica, dell’incesto. Il nevrotico rifiuta la legge del desiderio, la legge che interdice l’incesto e si attacca a dei modi di godimenti che simulano il godimento pieno e originario, e dunque incestuoso. Il rifiuto della legge in psicoanalisi può essere interpretato come un rifiuto della “castrazione”.
Il soggetto deve riconoscere l’impossibilità del godimento pieno accontentandosi di quello residuale, che ci è proprio nell’esperienza del Desiderio e che porta ad un godimento “sano”. Ma l’etica di Lacan non è solo un’etica della rinuncia. In realtà la rinuncia al godimento incestuoso è funzionale solo all’incontro con il godimento proprio nell’esperienza del desiderio. Un’ etica della Legge dunque: la legge del Desiderio. Ma oltre l’interdetto del linguaggio c’è un Godimento altro, che surclassa l’interdizione del linguaggio. Lacan dice, riprendendo Freud, che anche la rinuncia a godere è Godimento che non può essere negativizzato.
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Novembre 2024
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