Etica del desiderio
🔸Nel pensiero di Lacan, la dipendenza non è solo un problema di controllo o abitudine, ma riflette una rottura o insufficienza della funzione simbolica. Quando il registro simbolico non riesce a organizzare il rapporto del soggetto con il proprio desiderio, emergono sintomi e comportamenti che cercano di colmare questa mancanza. La dipendenza diventa così un modo per “tenere insieme” un reale vissuto come insostenibile. Jacques-Alain Miller osserva: ✦ «L’oggetto della dipendenza non è mai quello che manca, ma è ciò che satura la mancanza senza risolverla». 💼 Il discorso capitalista e la proliferazione degli oggetti Nel Seminario XVII, Lacan descrive il discorso capitalista come una struttura che moltiplica continuamente gli oggetti di godimento, alimentando una cultura di dipendenza diffusa. L’oggetto consumistico promette un appagamento totale, ma questa promessa è sempre inesauribile, perché ciò che il soggetto cerca è un godimento impossibile da raggiungere. Colette Soler sottolinea che questo modello favorisce non solo dipendenze da sostanze, ma anche comportamentali — gioco d’azzardo, social media, lavoro eccessivo — tutte manifestazioni di un godimento “senza limite”, sganciato dalla mediazione simbolica e dall’ideale dell’Altro. ⚡ Dipendenza e godimento mortifero Per comprendere la dipendenza è cruciale la nozione di godimento. Lacan, nel Seminario VII, distingue tra un godimento che si accorda con il principio di piacere e un godimento mortifero che spinge oltre i limiti del piacere, verso un’autodistruzione accompagnata da sofferenza. La dipendenza incarna questo godimento mortifero: il soggetto è attratto da un godimento eccessivo che sfugge alla simbolizzazione e al senso. Laurent Dupont parla di “ritorno del reale”, in cui la sostanza o il comportamento dipendente diventano vie d’accesso a un godimento che non può essere nominato né controllato. 🗣️ La terapia come spazio per il ritorno della parola Nel trattamento psicoanalitico, la dipendenza è vista come un sintomo che il soggetto ha inventato per fronteggiare un reale insopportabile, spesso evitando il confronto con la propria mancanza. Il lavoro analitico mira a restituire al soggetto un rapporto con il linguaggio e il desiderio, offrendo uno spazio dove il sintomo possa trasformarsi e il vuoto sottostante essere elaborato. Éric Laurent afferma: ✦ «La dipendenza non è solo un sintomo, ma una soluzione che il soggetto ha inventato per affrontare il proprio reale». L’obiettivo non è eliminare la dipendenza, ma accompagnare il soggetto nella costruzione di una nuova relazione simbolica con il godimento. 🧩 Oltre il sintomo: l’invenzione singolare del soggetto Ogni dipendenza è unica, perché ogni soggetto costruisce un rapporto particolare con il proprio desiderio e godimento. La terapia non segue protocolli rigidi, ma si adatta alla logica specifica del sintomo. Lacan, nel Seminario XXIII, introduce il concetto di sinthome: una costruzione singolare che il soggetto usa per sostenere la propria esistenza. In questa prospettiva, la dipendenza può essere intesa come un sinthome — un tentativo di tenuta soggettiva che il lavoro analitico mira a trasformare e integrare in modo meno distruttivo. 👩⚕️ Esempio clinico Una giovane donna con dipendenza da shopping compulsivo riferisce un senso di vuoto interno insopportabile, che cerca di colmare acquistando oggetti senza reale necessità. In analisi emerge che questo comportamento funge da “tamponamento” a una mancanza profonda e a una difficoltà a riconoscere e desiderare qualcosa di simbolicamente significativo. Il percorso terapeutico si concentra sul riconoscimento del sintomo come messaggio soggettivo e sull’esplorazione della relazione con il godimento, aiutandola a trovare modi nuovi e più autentici di vivere il desiderio. 📌 Punti di sintesi
📚 Bibliografia essenziale
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Luglio 2025
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