Il discorso capitalista e il desiderio: come il capitalismo entra nel nostro modo di desiderare11/12/2024 🔍 Introduzione Jacques Lacan ha studiato le diverse forme che il legame sociale può assumere. Tra i suoi famosi quattro discorsi, negli anni ’70 ha aggiunto un quinto, il discorso del capitalista. Questo discorso influisce profondamente sul rapporto tra soggetto e desiderio, creando spesso disagio, alienazione o angoscia. In questo post esploriamo come ciò avviene e quale risposta può offrire la psicoanalisi. 🔹 1. Il discorso capitalista secondo Lacan Il discorso capitalista si distingue perché non si basa su un vero legame sociale. Spinge il soggetto verso una produzione e un consumo incessanti, promettendo un godimento sempre disponibile ma mai pienamente soddisfacente. Lacan diceva: “Il discorso capitalista è folle, ma funziona molto bene.” (1972) In questo schema, il discorso capitalista nega la castrazione, cioè la mancanza che è alla base del desiderio umano. Promette felicità illimitata, ma lascia il soggetto svuotato e senza orientamento. 🔹 2. Cosa succede al soggetto? Nel discorso capitalista:
Un paziente arriva in terapia con forte ansia e insoddisfazione. Lavora in un ambiente competitivo, cambia spesso partner e consuma beni ed esperienze alla ricerca di “qualcosa che funzioni”. Dice: “È come se dovessi sempre fare di più, avere di più, essere migliore… ma non so più nemmeno per cosa.” Qui il soggetto è intrappolato nel discorso capitalista: vive una continua performance senza una direzione simbolica che dia senso al suo desiderio. 🔹 3. L’etica del desiderio come risposta Lacan propone un’etica del desiderio come alternativa:
🔹 4. Il ruolo del terapeuta In terapia, lo psicologo analista non propone soluzioni facili o la promessa di felicità. Piuttosto accompagna il soggetto a:
Il discorso capitalista promette un godimento illimitato, ma genera alienazione e angoscia. L’etica del desiderio lacaniana invita a non cedere alla corsa consumistica e a dare spazio al sintomo come messaggero. Il lavoro clinico non mira a colmare il vuoto, ma a renderlo abitabile, restituendo spazio a un desiderio autentico e soggettivo. 📚 Bibliografia minima
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