Fenomeni clinici
Nel lavoro psicologico si incontrano spesso sintomi corporei che non trovano spiegazione soddisfacente sul piano medico: dolori ricorrenti, tensioni muscolari, disturbi intestinali, dermatiti, insonnia. Alcuni sintomi sembrano portare un messaggio; altri restano opachi, muti. La psicoanalisi, con Lacan e Miller, propone di leggerli attraverso il concetto di corpo parlante. Il corpo segnato dalla parola Lacan ha introdotto la nozione di “corpo parlante” per indicare un corpo che non è solo biologico, ma coinvolto nel linguaggio. “Non è il corpo che parla. È il parlante che ha un corpo” (J.-A. Miller). Questo sguardo cambia la clinica: il corpo è attraversato dai significanti, dalle identificazioni, dal godimento. I sintomi possono essere il tentativo del soggetto di dire qualcosa, oppure il segno di un blocco della parola. Il corpo che parla: sintomo con senso Nella nevrosi, il sintomo corporeo può avere una funzione simbolica. È un messaggio cifrato, un modo per dire ciò che non può essere detto direttamente. 📌 Esempio clinico: una donna sviluppa una paralisi funzionale a una gamba dopo un conflitto familiare. Gli esami medici sono negativi. Il sintomo esprime, nel corpo, un conflitto inconscio. Qui il lavoro psicologico cerca di ricostruire il legame tra sintomo e storia del soggetto. Interpretare non significa spiegare o razionalizzare, ma accompagnare la persona nell’elaborazione di ciò che, nel sintomo, chiede parola. Il corpo che non parla: sintomo opaco Esistono però anche sintomi che non sembrano veicolare alcun significato. Non sono metafore, non si articolano nel linguaggio, e non si modificano con la parola. Lacan parla qui di fenomeni psicosomatici. Il linguaggio si arresta, si blocca in un’unica olofrase, senza articolazione simbolica. 📌 Esempio clinico: una dermatite cronica, senza nesso con eventi vissuti, non si modifica in psicoterapia. Il corpo è colpito da un godimento muto, non elaborabile nel senso. L’atteggiamento dello psicologo analista Nel caso della conversione isterica, il terapeuta accoglie il sintomo come messaggio: si lavora sulla parola, sul desiderio, sull’inconscio. Nei fenomeni psicosomatici l’approccio è diverso: non si cerca di interpretare, ma di costruire uno spazio relazionale stabile. Il terapeuta offre una presenza costante, non invasiva. È il lavoro stesso del transfert a creare, nel tempo, un primo legame tra corpo e parola. Conclusione Il concetto di corpo parlante ci ricorda che non esiste un corpo neutro, ma sempre un corpo segnato dal linguaggio. Alcuni sintomi si articolano nella domanda; altri, più opachi, restano fuori dal senso. In entrambi i casi, la clinica psicoanalitica può offrire uno spazio dove il soggetto possa tornare a emergere, anche a partire dal silenzio del corpo. 📚 Bibliografia minimaJacques Lacan – Il Seminario, Libro X – L’angoscia (1962-63) – Il Seminario, Libro XX – Ancora (1972-73) Jacques-Alain Miller – “L’inconscio e il corpo parlante”, sito SLP, 2016 Éric Laurent – “Parlare lalangue del corpo”, in Radio Lacan, 2020
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Luglio 2025
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